sabato 10 novembre 2007

Luce bianca e monti azzurrini


Sempre caro mi fu quest'ermo colle, / e questa siepe, che da tanta parte / dell'ultimo orizzonte il guardo esclude
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Giornata freddissima e molto assolata: luce ideale per fotografare e per pensare.
Credi anche d'intuire perché un libro sacro, caro all' Occidente, faccia iniziare gli atti di creazione con un "E luce sia" (almeno nei libri più antichi, d'ispirazione mesopotamica, prima che quei ciarlieri e cerebrali greci lo corressero con un "In principio era il Verbo". Il verbo è l'Uomo, il culto nuovo; la luce è il Sole, il culto ancestrale).
Ed è in queste giornate che un marchigiano di frontiera come me, un' abitante costiero, continuamente cullato dalla nenia marina, può osservare la maestosità delle cime: e che cime! Quelle del Gran Sasso.
Nonostante dìstino quasi cento km e siino invisibili per la maggior parte dell'anno, in queste giornate quei picchi svettano e me le godo da casa mia, dal mio rifugio, coperto solo da qualche antenna e parabola che, come la siepe del mio corregionale Leopardi, il guardo esclude.
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Così tra questa / immensità s'annega il pensier mio: / e il naufragar m'è dolce in questo mare
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la voce di mia moglie mi riporta alla civiltà quotidiana...forse non era del mare la nenia...

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